BIANCO - Radmila Gordic

BIANCO

GIARDINI DEI MANDORLI
24 Marzo 2021
BOTTONE
25 Marzo 2021

Bianco narra di persone realmente esistite, ma Bianco è anche un colore. Ogni cosa è un colore. Ogni emozione è un colore. Il silenzio è bianco.



Poco prima dell'alba, su di una vecchia Žiguli, il piccolo Kamal e suo padre percorrono il lungomare nelle vicinanze della città di Baku. È settembre, è appena iniziata la stagione di pesca degli storioni. Il bambino canta fino a quando il motore della macchina si arresta. Ha già imparato le leggi dei pescatori: dal momento in cui si chiude il bagagliaio della Žiguli il linguaggio della comunicazione cambia. Niente parole, solo gli sguardi ed il silenzio. Tutto ciò che è per gli altri bambini è una normalità per Kamal è motivo di grande emozione e gioia perché lui è un bambino diversamente abile. Quella mattina, su quella barchetta da pesca in mezzo al Mar Caspio, dove il silenzio è rotto solo dallo sciabordio delle onde, Kamal assisterà a uno spettacolo "reale" che resterà conficcato nella sua memoria emotiva. Grazie a quell'esperienza, a partire dal primo giorno della stagione di pesca del lontano 1979, il futuro di Kamal cambierà.

E' tutto bianco.

La schiuma del mare
il sudore della sabbia
il mio respiro
il tuo imbarazzo.

La vecchia barca muta.
Attende il nostro incontro
quell'ombra della nuvola bianca
non nasconde il tuo sguardo

Te ne vai.
Mi troveraì.
Nella zattera oliosa
dove regna il silenzio bianco.

Tra le barche
Dove i giganti camminano
E gli angeli si avvicinano
quando credi „ è diventato tardi“.

Rimane il bianco.

SOGNO (I PARTE)
Ogni tanto KAMAL fa un sogno. Dentro la testa, nella parte più soffice dove risiede la memoria gli nasce un pensiero. Profondamente infilzato. Cerca di liberarsi ma non ci riesce. Osserva il pensiero dall'esterno, come se appartenesse ad un altro. Mentre pesca, la luce cambia. E piano, piano svanisce tutto. Sulla riva rimane soltanto un osso preistorico portato dal mare. Bianco. Le onde vengono a lambire la sabbia. Poi si allontanano. Lasciano la schiuma bianca, prima di ritornare. Un moto inarrestabile. I pescatori attendono. Nel cielo ci sono le nubi che corrono e la luce della luna disegna fra i massi le ombre frastagliate. Albeggia.

SEGNO (II PARTE)
La luce splendente della luna entra e proietta sulla sabbia nera delle ombre grottesche.VUSALA è sul palco di una piece teatrale. Ma forse è soltanto un' impressione.La luce della luna ha questa capacità, fa vedere alle volte le cose invisibili. E quando si è soli ancora di più: le visioni fanno scomparire le distanze. Le luci si spengono. E il chiarore della luna tinge d'argento il suolo terrestre. In alto, sul cielo, un paesaggio di sfondo marino.

SETA ( III PARTE)
Il Sole inonda lo spazio senza riserve. Nella luminosità una luce quasi di seta. KAMAL è seduto nella barca da pescatori, osserva l'acqua del mare. Il tempo con la stessa volubilità si ferma e avanza, avanza e si ferma. Sul fondo del mare luccicano le monete. VUSALA si sveglia abbagliata dai ducati d'oro, sorride. L'acqua del Mar Caspio è quieta e limpida. KAMAL solleva le braccia. E' speranzoso.

Data:

2015

Produzione:

“TORRE” & “Ministero della cultura e turismo dell’Azerbaigian

Sceneggiatura e regia:

Radmila Gordić

Direzione artistica:

Nino Peradze

Animazione:

Nana Samanishvili

Fotografia:

Luca Coassin (AIC)
Camera Stefano Slokovich

Montaggio:

Radmila Gordić & Paolo Di Maio

Colonna sonora:

Gerardo Balestrieri

Coreografia:

Danilo Renato Floreani
Paolo Amerio

Danzatori:

Fabio Sudato
Marcella Fanzaga

Nel ruolo del pianista:

Gerardo Balestrieri

Steadycam:

Luca Coassin

Regia del suono:

Gilberto Martinelli

Ingegnere del suono:

Lorenzo Corvi

Animazione digitale:

Paolo Di Maio

Rotoscopia:

Nijat Ibrahimly, Konstantin Gavrish, Paolo Di Maio, Nail Babayev, Seyran Mahmudoglu

Assistente alla regia:

Federico Bonaconza